Come saremo giudicati da Dio (s. Cirillo di Gerusalemme)

San Cirillo di Gerusalemme (+386), nelle sue Catechesi Battesimali, ci istruisce su moltissimi aspetti della spiritualità e della santa Scrittura: oggi leggiamo cosa insegnava ai catecumeni circa il Giudizio Finale


Il giudizio universale, affresco della cattedrale di s. Vladimiro, Kiev

Veramente terribile il giudizio! Abbiamo ragione di temere quel che sarà pronunziato, circa il conseguimento del regno dei cieli o quel fuoco preparato dall’eternità   – ed entrare nel regno dei cieli? Leggiamo: «Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare...». Sono parole cheindicano la via da seguire; vanno prese alla lettera e tradotte in pratica: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi». Se le osservi avrai parte al Regno, in caso contrario sarai condannato. Comincia dunque a praticarle e così persevera nella fede, guardandoti dall’operare come le vergini stolte che tardarono a procurarsi l’olio, per non finire come esse lasciato fuori. Non credere che basti avere la lampada per stare al sicuro, ma procura di tenerla accesa, la luce delle tue buone opere splenda davanti agli uomini, e nessuno per colpa tua abbia a bestemmiare il Cristo. Indossa l’abito incontaminato delle opere buone, per esse distinguendoti. Sii saggio amministratore delle cose che ricevi da Dio, procurando che siano beni utili. Dio ti ha affidato delle ricchezze? Siine il giusto curatore. Ti è stato affidato il dono dell’insegnamento? Compi bene il tuo ufficio. Hai il carisma di muovere gli animi degli ascoltatori? Utilizza bene questa capacità. La buona amministrazione ci apre tante porte per non rimanere fuori tra i condannati e per andare con fiducia incontro a Cristo, Re eterno che regna nei secoli. Regna nei secoli giudice dei vivi e dei morti, perché egli ha dato la vita per i vivi e per i morti. Lo dice Paolo: «Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi». 

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Tratto da: Cirillo di Alessandria, Catechesi Battesimali, Città Nuova 1993

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