Dio, la povertà e il capitalismo (padre Steven Freeman)

Un articolo di Pravoslavie.ru, in lingua inglese, intitolato "God's un-American view of the poor and why it matters" mette in luce una caratteristica della società occidentale moderna, fortemente americanizzata, che è il capitalismo, e lo confronta con l'attitudine biblica verso l'economia e la società. Riflettiamo sulle parole del padre Steven Freeman in questo digiuno di Avvento. Nota. L'articolo è stato parzialmente tagliato e riadattato

L'America ha una strana visione dei poveri. E' una visione che rivela molto dei presupposti teologici sottostanti che creano e vitalizzano la nostra cultura. Controbatterò rapidamente ogni protesta sul mescolare teologia e politica, ben sapendo che la politica è ben radicata nella teologia... ulteriori informazioni verranno date più avanti. 

In termini generali, quando gli americani incontrano i poveri, il primo pensiero che si forma è sulla sua storia come individuo. Che decisioni ha preso? Cosa gli è successo? perché è bloccato in questa situazione? E lo stesso avviene con le storie dei vincenti. Vediamo i ricchi e ci concentriamo sui loro racconti circa la loro brillantezza, il loro senso imprenditoriale, sui racconti individuali di fortuna personale. E' senza dubbio un riflesso culturale che ha molto preso da Adam Smith e dalle sue riflessioni sul commercio e sull'economia. Notoriamente, si chiama Capitalismo.


"San Lorenzo distribuisce le elemosine ai poveri", affresco del Beato Angelico (+1455)

Abbiamo difficoltà nella cultura americana a gestire una critica al capitalismo. Questa parola acquisì un significato preciso durante la Guerra Fredda, fu quasi deificata. Nella mentalità americana, il comunismo è cattivo e il capitalismo è buono, e c'è una sfumatura di sentimento. Adam Smith non ha scritto a vuoto. Egli fu una figura importante dell'Illuminismo scozzese (1700), forse l'applicazione più rigorosa e completa della razionalità e dell'individualismo che il mondo abbia mai conosciuto. Un autore l'ha descritto come il movimento che diede origine alla Modernità [1].

La ragione e l'individualismo, benché raramente così identificati nel linguaggio moderno, sono i cardini del pensiero americano. E quando vediamo i poveri, ci concentriamo su ogni loro istanza, perché siamo individualisti. La nostra razionalità ci impone di chiederci del perché le sue scelte, le sue virtù, le sue carenze personali. Occasionalmente questa razionalità e questo individualismo si rivolgono a Dio chiedendoGli del perché esistono questi problemi.

Il contributo di Adam Smith alla teoria economica era radicato in un "interesse personale razionale". Fu affermato che, se i mercati sono liberi, l'interesse razionale sarà il motore della prosperità e del successo. E' una idea ancora attuale nei corridoi dei palazzi governativi. Funziona come presupposto generale: qualcosa che non deve essere nemmeno difeso perché pare una realtà evidente.

Non è la verità di Dio.

La cosa più vicina ad una teoria economica, nelle Sacre Scritture, è incorporata nelle leggi circa gli anni del Sabbath. Ogni sette anni, in Israele veniva richiesto di mettere il terreno a maggese - ossia a riposo. Vi era poi un ciclo di sette anni di Sabbath (49 anni) alla fine dei quali  - al cinquantesimo anno - tutti i debiti venivano cancellati, gli schiavi liberati e la terra data ai suoi proprietari originali. In ebraico, la parola cinquanta è Giubileo.

Questa revisione totale dell'economia è una visione particolare di un popolo. Le leggi del Giubileo, come ad esempio il permesso di "spigolare" i campi, non tengono conto delle circostanze della povertà: non importa come sei diventato povero, c'è una struttura stabilita per la tua protezione. Il Giubileo è una sorta di protezione del singolo contro gli interessi personali razionali. Non v'è dubbio che difatti le persone agiscano per il proprio interesse: è parte del peccato. Lasciato senza controllo, l'interesse personale crea sempre la stessa situazione: una minoranza detiene maggiore ricchezza, altri ne sono così privati. L'interesse personale raramente produce giustizia.

No, Dio non è comunista. Tuttavia, ci rivela il ruolo delle strutture sociali di questo mondo. Non c'è parità di condizioni. Esiste il privilegio, ed è parte di ogni società umana.  Se non interveniamo, queste strutture sociali diventano motori di una diseguaglianza che schiaccia i deboli, i meno dotati, gli sfortunati e gli spericolati. Come si vede, Dio è intervenuto [2].

Le idee economiche della nostra cultura sono profondamente teologiche. Nel cristianesimo popolare  americano, la salvezza è vista come una questione di interesse razionale privato. E' più corretto affermare che "l'interesse razionale" era un concetto teologico, prima che venisse adottato da Adam Smith. Il ruolo del processo decisionale e della volontà, nella loro concezione quasi illimitata, sono parte endemica della religiosità americana. Nell'ora della decisione, Dio è una scelta. Questa eccessiva enfasi sul concetto razionalizzato della volontà distorce l'intero vangelo americano. Credo che sia questo il motivo per cui siamo così affascinati dall'Inferno.

Ad esempio, gli argomenti circa l'Inferno e la sua necessità eterna sono profondamente radicati nei tempi moderni, come bisogno per salvaguardare l'interesse razionale personale a tutti i costi. Senza una conseguenza così incombente, chi davvero sceglierebbe il Bene piuttosto che il Male? Questa è una terribile distorsione della realtà, ma questo tutti pensiamo.

Il racconto ortodosso del peccato non è basato sulla volontà, ma sulla mortalità. I peccati che commettiamo sono alla fine l'inclinazione nel vivere in un mondo dove regna la morte (cfr. Romani 5:17). Ciò che noi ortodossi proclamiamo è la Resurrezione di Cristo-Dio che sconfigge la morte: i piani sono inclinati in tutt'altro verso.  La discesa agli inferi di Cristo e la sua Resurrezione sono il Giubileo Cosmico di Dio, nel quale si rinnova tutto l'universo.

Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista; 
per rimettere in libertà gli oppressi, 
e predicare un anno di grazia del Signore.
 Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». [Luca 4:17-21]

Scandalosamente, nella sua discesa nell'Ade, Cristo agisce contro l'interesse individuale: non chiede a nessuno se vuole o meno essere tirato fuori da lì! Questa generosità indiscriminata è preoccupante per molti, perché oggi impera l'idea della propria volontà.

Scrivo non per dare nuove idee economiche: perderei tempo. Piuttosto, cerco di dire che la nostra teologia è stata cooptata da una falsa narrazione che distorce il senso di tutto della nostra Fede. Il pensiero razionale personale - anche se legato all'Inferno e al Paradiso - non è sufficientemente adeguato a far da base al pensiero cristiano. La nostra eredità è la Pasqua di Cristo.

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1) Arthur Herman, Come gli Scozzesi inventarono il mondo moderno.

2) L'autore dell'articolo intende in questo punto che, attraverso la Bibbia, Dio ha dato disposizioni per una certa cura sociale e perché l'Uomo guardi con una certa compassione le situazioni dei meno abbienti. E' la famosa "virtù dell'elemosina". 

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