Il Sinodo di Creta e i Non-Commemoranti nella visione di padre Peter Heers

Il padre Michael Wood, abate del monastero di Santa Brigida in Scozia (ROCOR), ha inviato un documento via mail concernente il ritiro spirituale del clero della ROCOR presso il quale l'arciprete Peter Heers (già noto ai lettori di questo blog) ha letto un sermone concernente il ruolo della Chiesa Russa all'Estero nel movimento ecumenico, sviluppando anche la questione dei non-commemoranti, un commento importante che getta un po' di luce su questo fenomeno controverso che imperversa in Romania, in Grecia e in alcune diocesi russe e che ha generato uno scisma in Serbia.

L'incontro ha visto presenti le loro eminenze i vescovi Giona, Nicola, Ireneo e Ilarione, primarca della ROCOR, insieme a molti altri chierici. Forniamo alcuni estratti della conferenza, così come ci sono stati passati dal padre Michael


Il padre Peter (sul podio) e i vescovi (al tavolo a sinistra)

Cristo è in mezzo a noi!

Per me è un onore essere in mezzo a voi, e parlare con voi, Guide e Pastori del gregge razionale di Cristo, particolarmente perché siete i successori di quelle immense figure della Diaspora Russa che furono il vescovo san Giovanni (Maximovic), i metropoliti Antonij (Krapovitzskij), Anastasij, Filarete di New York, Vitalij, l'Arcivescovo Averkij (Taushev) e il Metropolita Lauro e molti altri reverendi padri della Chiesa Russa all'Estero, e di tutta la Chiesa Universale. 

[...]Quello che mi interessa oggi è analizzare nel dettaglio il Concilio di Creta, i suoi sviluppi e i suoi documenti, offrendo una panoramica quanto più ampia possibile. [...]

Il padre Peter Heers analizza con molti dettagli il Concilio di Creta nelle fasi di riflessione, sviluppo, esecuzione e nei suoi documenti, manifestando il suo dissenso su tutta la strategia conciliare e sui documenti prodotti.

La mancata conciliarità del Sinodo

Una delle cose che salta all'occhio è la mancata sinodalità del Concilio. Se guardiamo bene al Concilio, vedremo come la conciliarità viene a mancare: innanzi tutto, il popolo di Dio (che è composto da monaci, sacerdoti e laici) non è stato interpellato minimamente né nei temi né nella stesura dei testi, i quali sono stati addirittura celati agli stessi vescovi partecipanti così come ha detto il metropolita Ieroteo Vlachos: << la maggior parte dei vescovi non sapeva niente del Concilio, neanche io, perché i documenti erano rimasti proprietà esclusiva della Commissione. >> [1] La maggior parte dei vescovi dell'intera Ortodossia non ha avuto alcun ruolo attivo nella compilazione e nello studio dei temi del Concilio. Inoltre, i documenti presentati al Concilio di giugno furono firmati solamente da due rappresentanti per ogni Chiesa Locale; in altre parole, furono dati per "accettati da tutte le Chiese Locali" documenti letti solo da pochi specifici individui. Affinché anche una singola frase venisse cambiata, al Concilio di Creta era necessaria la totale aderenza di tutte le Chiese partecipanti! Per questo le Chiese Bulgara e Georgiana hanno scelto di non partecipare, perché hanno inteso che ogni cambiamento era, de facto, impossibile. Il diritto di ogni vescovo di poter aderire o meno al Concilio e ai suoi testi è stato sorpassato da una nuova regola: il Primate della Chiesa Locale ha avuto il potere di decidere per tutto il suo episcopato. Anche se tutti i 152 vescovi presenti avessero votato contro un tale documento, la firma dei dieci patriarchi avrebbe comunque valso l'approvazione del tale testo in barba al principio del voto. Un esempio di questo nuovo corso è accaduto proprio a Creta fra le file dei vescovi serbi: riguardo al testo sull'Eterodossia e i rapporti col resto del mondo cristiano, solamente 7 vescovi serbi su 31 erano favorevoli a questo documento nella forma in cui è stato redatto e presentato, mentre gli altri 24 hanno votato contro. Il patriarca serbo, tuttavia, ha appoggiato il documento, il quale infatti è stato poi approvato. Non si può dire che il principio di sinodalità della Chiesa, che da sempre ha fondato i Concili ortodossi, sia stato questa volta applicato nella sua forma storica. 

I Non-Commemoranti

[Prima che io concluda il mio intervento], è molto importante analizzare anche come il Concilio di Creta sia stato ricevuto dal popolo di Dio e gli effetti che ha prodotto nel corpo ecclesiale della Chiesa. Ci sono state certamente risposte positive, in special modo presso l'alto clero delle Chiese Locali (tutte) e presso quelle strutture che si occupano di rapporti ecumenici. Sorprendentemente, molti accademici occidentali (ortodossi ed eterodossi) sono stati insoddisfatti dal Concilio, dal quale ci si aspettava molte più "aperture". Quel che è certo è che la fazione intellettuale della Chiesa Ortodossa continuerà ad appoggiare il Concilio. Nonostante in Romania e in Grecia da parte delle autorità ecclesiastiche il Concilio, coi suoi documenti, sia favorito e appoggiato, la risposta popolare allo stesso è stata alquanto negativa. Molti teologi, sacerdoti e fedeli, studiosi e financo accademici hanno scritto o parlato contro il Concilio di Creta, in alcuni casi andando incontro perfino alla scomunica, alla sospensione e alla perdita dei loro incarichi pubblici e religiosi; in alcuni casi, questi chierici hanno deciso di cessare la commemorazione dei loro gerarchi. 

La cessazione della commemorazione del Patriarca Ecumenico sul Monte Athos è iniziata l'anno scorso alla quale presero parte 100 monaci, per svilupparsi poi in alcune diocesi in Grecia e in Romania, ove particolarmente alcuni monasteri e preti hanno cessato di commemorare i propri vescovi. Uno dei casi più famosi di questa vicenda è di appena due settimane fa, quando il teologo Teodoro Zisis è stato sospeso a divinis dal suo vescovo. L'Archimandrita Crisostomo di Paros (Grecia) ha scritto una lettera formale al Patriarcato Ecumenico accusando il patriarca Bartolomeo di eresia. In questi giorni proteste simili stanno aizzandosi in Moldavia, Ucraina e Romania. Il vescovo Artemje (Radosavlevich) in Serbia si è separato dal  Sinodo della Chiesa di Serbia, fondando una sua Eparchia

Le Chiese Ufficiali e il Concilio

Ricordiamo inoltre che la Chiesa Russa (15 luglio 2016, decisione del Sinodo) ha dichiarato che il Concilio di Creta << non può essere considerato Pan-Ortodosso >> poiché << manca il consenso generale della Chiesa >>. Il Patriarcato di Bulgaria (15 novembre 2016) similmente ha stabilito che << Il Concilio non può essere chiamato né Pan-ortodosso, né santo, né grande >>: Il Patriarcato di Georgia ha lamentato, in dicembre, la mancanza oggettiva del pleroma delle Chiese e la mancanza di sinodalità, oltreché un certo numero di errori nei documenti. Il Patriarcato di Romania, il quale era invece presente, ha dichiarato tuttavia che il Concilio è << solo l'inizio di un'opera più ampia e di un Grande Concilio Universale della Chiesa Ortodossa >>. La Chiesa Autocefala di Grecia, benché una parte dei suoi vescovi fosse contraria, ha alla fine firmato il Concilio, generando una certa confusione fra i fedeli. 

La Storia della Chiesa ci insegna che l'unità in Cristo, così preziosa, fiorisce solamente dove tutti confessano la medesima fede "con una sola mente", e all'interno della stessa Unica Chiesa. 

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1) Come fonte per la frase di sua eminenza Ieroteo, il padre Peter Heers su Facebook mi ha segnalato questo articolo in greco:
http://www.parembasis.gr/index.php/menu-prosfata-arthra-apopseis/347-2014-03-29-13-23-51
il quale tuttavia sembra essere stato cancellato perché compare la formula Error 404

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