La pratica delle virtù sociali (san Nicola Velimirovic)

Come essere cristiani ortodossi nella vita quotidiana? Alcuni consigli dal santo vescovo Nicola Velimirovic (+1956)

La pratica delle Virtù nella vita sociale e pubblica



L’amore per i nemici. “Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono; fate  del bene a quelli che vi odiano e pregate Iddio per coloro che vi perseguono” (Mt. 5,44).  Non c’è una altra via per giungere all’unione con il Cristo né per realizzare su questa  terra la pace e la fratellanza.  Fare bene al prossimo. Come? Nello stesso modo in cui desideriamo che gli altri  agiscono nei nostri confronti. “Dunque tutto ciò che gli altri vi facciano agli uomini,  fate anche voi a loro, poiché questo insegnano la Legge ed i profeti” (Mt. 7,12). Dopo i  due grandi comandamenti del Cristo, questo è il più importante. 

Il perdono del fratello. “Se tuo fratello pecca nei tuoi confronti, rimproveralo e, se si  pente, perdonagli. E se pecca contro di te sette volte al giorno, e sette volte al giorno  viene da te e dice: «mi pento» , perdonagli.” (Lc. 17,3-4) 

La modestia. Gesù nacque in una stalla. Perché allora noi ci diamo da fare per  conseguire i massimi onori ed il primo posto? Siedi all’ultimo posto: “Infatti chiunque  si esalta, sarà abbassato; chi si abbassa, sarà esaltato.” (Lc. 14,11)  La compassione per i peccatori. È questo il modo per aiutarli a correggersi. La  derisione e la condanna non servono a nulla. Il Cristo li ha considerati malati. Egli li  visitava (Zaccheo), mangiava con loro (Matteo), parlava affettuosamente con loro (le  peccatrici) ed in tal modo risuscitava a dare loro la salute spirituale e la dignità umana. 

Lo spirito di riconciliazione. Prima di recarsi in chiesa e così pure prima di recarsi in  tribunale, il Cristiano deve cercare di riconciliarsi con il suo avversario (Mt. 5,23-25).  “Se tuo fratello ha peccato nei tuoi confronti”, prendi le misure graduali disposte  chiaramente dal Signore (Mt. 18, 15-17).  “La coraggiosa professione del Cristo davanti agli uomini: Chi si vergognerà di me e  delle mie parole davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui  quando verrà nella sua gloria.” (Lc. 9,26) 

L’adempiere ai propri doveri. “Date a Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di  Dio” (Mt. 22.21). Queste parole significano: date alle autorità civili ciò che loro spetta,  a Dio invece offerte spirituali. Come il volto di Cesare era impresso sulle monete, così il  volto di Dio è impresso nell’anima umana. 

L’assennatezza. “A chi è stato dato molto, molto gli sarà richiesto” (Lc. 12,48). Queste  parole riguardano sia la salute, che la ricchezza, sia la scienza che gli onori. Se vi è stato  dato meno, meno si chiederà da voi. La giustizia divina è immutabile e perfetta.  Non è  saggio ribellarsi a queste leggi. 

La prontezza nel servire. Il servizio è stato nobilitato dal Cristo e nel Cristo. Così  coloro che servono spontaneamente nel nome del Signore, sono la nuova nobiltà. “Il  figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire... (Mt. 20,28). “Se io,  vostro Signore e Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarli l’uno all’altro...  Io vi ho dato l’esempio" (Gv. 13, 14-15).  La prontezza al sacrificio non solo dei beni materiali, ma della propria vita per il  Cristo, il quale si è sacrificato per la nostra salvezza. “Non c’è amore maggiore di  quello di colui che offre la vita per i suoi amici” (Gv. 15,13). Possiamo avere molti  amici, ma il più grande è il Cristo. 

La speranza o l’ottimismo cristiano. In tutte le avversità, disgrazie, sofferenze ed  anche nelle torture e nella morte, il Cristiano è pieno di speranza, perché ricorda le  parole del Cristo:  “Grande è la vostra ricompensa nei cieli”,  “Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima”,  ”Io ho vinto il mondo”,  ”Mi è stato dato ogni potere in cielo ed in terra."

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Estratto da:  S. NIKOLAJ VELIMIROVIC, Catechismo della Chiesa Ortodossa, trad. da rev. presbitero Pietro Nazaruk, le vie della Cristianità edizioni, 2017 

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