Diaconesse: non è cosa ( padre Lawrence Farley)

Dal sito Pravoslavie.ru l'articolo di padre Lawrence Farley sul diaconato femminile, e sul perché, dal punto di vista cristiano ortodosso, non è una scelta possibile per l'evoluzione dei ruoli ecclesiastici. N.B. L'articolo è stato accorciato.

Mi pare che il femminismo nel Cristianesimo stia progressivamente aumentando (ho letto dei commentari femministi sul Cantico di Salomone). Le femministe ortodosse, comunque, sembrano più gentili rispetto alle altre (con l'eccezione vistosa di Eva Topping),forse perché rimangono legate all'insegnamento biblico e ai Padri. Le femministe ortodosse non possono permettersi di buttare alle ortiche san Paolo e la Tradizione così come fanno le altre. 

Una delle discussioni correnti riguarda il diaconato femminile, il quale sì esistette nell'Era Apostolica, ma non ovunque e, in futuro, non sempre. L'ufficio prese esistenza per necessità pastorali e difatti fu abbandonato quando i tempi mutarono. Possiamo studiare a fondo questo tema tramite il libro di George Martimort: Deaconesses, an Historical Studies


Le femministe ortodosse ritengono che le diaconesse e i diaconi avessero il medesimo compito in chiesa. E' vero che Giovanni Crisostomo si riferisce a "donne diaconi" ma sappiamo che i due uffici - il maschile e il femminile - avevano funzioni diverse. Le femministe ortodosse ritengono che la diaconessa fosse un vero e proprio Ordine, con una vera e propria chirotonia, e non una semplice benedizione così come insegna la Tradizione in merito a questa materia, e che questa chirotonia fosse celebrata in altare. Quel che è vero è che sia al diacono che alla diaconessa veniva concesso di indossare l'orarion (la stola diaconale) che, presto, divenne indumento anche dei suddiaconi, elemento quindi che non denota una parità di rango fra diacono e diaconessa (1). Al diacono veniva concesso il calice subito dopo la sua ordinazione, in modo che potesse comunicare il popolo, mentre alla diaconessa veniva impedito di prendere il calice, a motivo dell'esclusione dall'amministrazione eucaristica del suo ruolo. Il diacono veniva (e viene) ordinato in ginocchio, con la testa appoggiata sull'altare; la diaconessa veniva ordinata semplicemente inchinandosi. E, ancor più importante, le preghiere d'ordinazione ai due ruoli erano totalmente differenti. Le differenze rituali non sono semplicemente estetiche, ma segnano una profonda differente percezione del ruolo fra diacono e diaconessa. 

Dal punto di vista pastorale, allo stesso modo vi sono notevoli differenze. Idealmente, il diacono è ordinato a venticinque anni, e può sposarsi (o essere già sposato). La diaconessa deve avere come minimo quarant'anni e deve essere celibe (Concilio Quinsesto, canone XIV). Il ruolo del diacono maschile è quello che ben conosciamo, cultuale soprattutto; la diaconessa, principalmente, si prende cura delle battezzande e della visita alle donne malate (deriva dal fatto che, nel passato, i preti si vergognavano di battezzare una donna nell'acqua giacché l'avrebbero vista quasi nuda). Tuttavia, le femministe non hanno alcun riguardo per l'evidenza storica ed è un evidente tentativo di proporre l'ordinazione delle donne: il revival del diaconato femminile, infatti, è accompagnato da nessun riguardo per il celibato e per l'età (2). Inoltre, il diaconato femminile non viene riproposto come era in passato, ovvero in una funzione di cura pastorale delle donne in contesti specifici, ma piuttosto viene equiparato al ruolo del diacono uomo. 

Qualsiasi discussione sulla creazione di un nuovo Ordine di diaconesse occorre sia condotta in spirito di verità e di correttezza. Onestamente, il nuovo stile di diaconessa che viene proposto è molto lontano dall'antico. 

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1) L'orarion incrociato sul petto, proprio dei suddiaconi, è vestito in modo diverso rispetto all'orarion proprio dell'ufficio diaconale maschile, lasciato libero sulla spalla sinistra. Nulla vieta di ritenere che le diaconesse vestissero l'orarion in un modo ancora diverso. 

2) Sull'età, all'atto pratico, possiamo soprassedere, giacché non è inusuale vedere sacerdoti e diaconi molto giovani, ordinati ben prima dei venticinque o trent'anni. 

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