Segue dalla seconda parte.
Abbiamo dunque visto come la Monarchia è alla base dell'Ordine civile della civiltà cristiana stessa. Uno stato autenticamente cristiano non può che dirsi monarchico, in quanto nella sinfonia dei poteri vi è il presupposto che entrambe le funzioni - quella politica e quella ecclesiastica - siano sacrali. Per l'Ortodosso, l'intera creazione ha spazio nella divinizzazione operata dalla grazia sacramentale, e l'incoronazione dei re è uno dei Misteri della Chiesa.
Il Re che, invece di seguire il mondo, si fa benedire dalla Chiesa per la sua missione terrena, è compartecipe della regalità destinata a chi viene unto col Crisma che, ci ricorda il Proprio del rito crismale del Giovedì Santo, è "l'olio dei profeti, dei re e dei sacerdoti". Il ruolo del monarca consacrato è quello del defensor fidei, del protettore di chiese. Il Re cristiano è portatore del benessere della Chiesa, la quale è certo il popolo di Dio, oltreché il clero: questo ne fa un garante della giustizia e un uomo di misericordia, piuttosto che di spada. Un popolo che si affida ad un sovrano benedetto e prega per lui è l'ideale della percezione cristiana del mondo. Il Re è un teoforo, un portatore di Dio: e non c'è pena più grande, all'inferno, per i re empi.
A differenza del potere a tempo determinato, il quale non presuppone alcun contatto col popolo che si governa, il monarca è il simbolo stesso della nazione, mentre un delegato non è che, appunto, un amministratore privo di volto se non quello del suo partito: egli serve la causa che la sua fazione perora, mentre per il monarca illuminato il popolo stesso è la sua causa.
Taluni fra gli storici hanno ipotizzato che i monarchi medievali abbiano tentato di simulare la tradizione babilonese dei sovrani-sacerdoti, arrogandosi delle prerogative quali l'attendere ai servizi divini nel presbiterio, insieme ai sacerdoti. Il sovrano, nelle sue vesti ufficiali, è immagine di Cristo Re durante la passione: la corona, il mantello rosso, e lo scettro, sono rispettivamente icona della corona di spine, del manto che i legionari posero sul Signore per ingiuriarlo e lo scettro ha la fisionomia della Croce. Il Re dunque, se conscio della propria missione di governante che accompagna il popolo di Dio nella storia del suo popolo, è uno strumento provvidenziale che dona continuità e stabilità in luogo di governi a intermittenza che si contraddicono vicendevolmente, volta volta che un partito sale al posto del precedente.
Il Re che, invece di seguire il mondo, si fa benedire dalla Chiesa per la sua missione terrena, è compartecipe della regalità destinata a chi viene unto col Crisma che, ci ricorda il Proprio del rito crismale del Giovedì Santo, è "l'olio dei profeti, dei re e dei sacerdoti". Il ruolo del monarca consacrato è quello del defensor fidei, del protettore di chiese. Il Re cristiano è portatore del benessere della Chiesa, la quale è certo il popolo di Dio, oltreché il clero: questo ne fa un garante della giustizia e un uomo di misericordia, piuttosto che di spada. Un popolo che si affida ad un sovrano benedetto e prega per lui è l'ideale della percezione cristiana del mondo. Il Re è un teoforo, un portatore di Dio: e non c'è pena più grande, all'inferno, per i re empi.
Corona ferrea del Regno d'Italia
A differenza del potere a tempo determinato, il quale non presuppone alcun contatto col popolo che si governa, il monarca è il simbolo stesso della nazione, mentre un delegato non è che, appunto, un amministratore privo di volto se non quello del suo partito: egli serve la causa che la sua fazione perora, mentre per il monarca illuminato il popolo stesso è la sua causa.
Taluni fra gli storici hanno ipotizzato che i monarchi medievali abbiano tentato di simulare la tradizione babilonese dei sovrani-sacerdoti, arrogandosi delle prerogative quali l'attendere ai servizi divini nel presbiterio, insieme ai sacerdoti. Il sovrano, nelle sue vesti ufficiali, è immagine di Cristo Re durante la passione: la corona, il mantello rosso, e lo scettro, sono rispettivamente icona della corona di spine, del manto che i legionari posero sul Signore per ingiuriarlo e lo scettro ha la fisionomia della Croce. Il Re dunque, se conscio della propria missione di governante che accompagna il popolo di Dio nella storia del suo popolo, è uno strumento provvidenziale che dona continuità e stabilità in luogo di governi a intermittenza che si contraddicono vicendevolmente, volta volta che un partito sale al posto del precedente.
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