L'esperienza
religiosa viva è l'unico metodo legittimo per conoscere i dogmi. Solo
attraverso l'esperienza immediata è possibile scorgere e valutare i tesori
spirituali della Chiesa. Solo passandovi sopra una spugna madida di acqua viva
è possibile detergere e riscoprire i testi della Chiesa. Gli asceti della
Chiesa furono vivi per i vivi, e morti per i defunti. Per l'anima paralizzata i
loro corpi sono nell'immobilità più cupa, e difatti non è un mistero che
epilettici e indemoniati li temono? E non è forse il peccato contro la Chiesa
che li costringe a guardarla di traverso e con paura? Invece gli occhi puri,
oggi come nel passato, vedono splendere il volto angelico dei beati. Per il
cuore purificato essi sono affabili come nel passato, e chiamano a gran voce
coloro che hanno orecchi per udire. (...) Per secoli e secoli, giorno dopo
giorno, tesori spirituali sono stati ammassati nella Chiesa, come raggi di sole in un forziere:
una pietra preziosa sopra l'altra, una pagliuzza d'oro dopo l'altra, un
centesimo dopo l'altro. Qui è caduta la forza benedetta dell'anima illuminata
da Dio, come rugiada profumata sul vello, come una manna celeste. Le lacrime
dei cuori puri si sono raccolte qui come perle preziose. Ad ogni mio sforzo
spirituale, sento accorrere in mio soccorso tutto il deposito d'energia di
grazia che si è raccolta nel tempo, mani invisibili mi conducono nei prati
fioriti del mondo spirituale e i tesori della Chiesa, ascendendosi in
moltitudini e miriadi di forme diverse, sfavillanti e scintillanti nel gioco
dell'iride, cangianti di nero lucente
fino al bianco dell'aurora, provocano nella mia anima una tensione
reverenziale. Se ne prendo parte a mio vantaggio, può il mio occhio non
infiammarsi? Avidamente raccolgo la prima manciata (di questo tesoro) con ampie
mani. (...) Questa è l'ecclesialità.
Ecclesialità è
infatti il nome del porto dove trova quiete l'ansia del cuore, dove si piegano
le pretese del raziocinio, dove una grande pace scende sulla ragione. Non
importa se né io né alcun altro ha potuto, può e potrà definire questa
ecclesialità. Questa stessa inafferabilità, questa indefinibilità, questa
ineffabilità attraverso termini razionali, questa indefinità non dimostrano
forse che l'ecclesialità è vita, vita speciale e nuova, data agli uomini e al
pari di ogni vita,inaccessibile al raziocinio?
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dal cap. "al
Lettore" (pp. 9-11) di La Colonna e il Fondamento della Verità. Pavel A. Florenskij (+1937), ed. San Paolo, 2010.
In foto, il padre Pavel.
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