Una riflessione sugli Ordini minori Latini

Nel mondo ortodosso odierno, gli Ordini Minori sono solamente il Lettorato e il Suddiaconato, mentre nell'universo latino erano di più. Mi accingo adesso ad analizzare gli Ordini Minori dell'Occidente, giacché ho notato una particolarità nel Pontificale Romano, ossia il fatto che l'Esorcistato (la capacità di effettuare esorcismi) viene considerato un Ordine Minore e non un carisma sacerdotale. 


Da Orthodoxwiki, gli Ordini Minori latini dell'VIII secolo.

<< De Clerico faciendo >>: al laico prima di qualsiasi ordinazione si effettuava la tonsura clericale. Dopo l'ordinazione a chierico, era ammesso l'ingresso nel presbiterio e l'ordinato era tenuto ad indossare l'abito talare. 

Ostiario: l'Ostiario era colui che apriva e chiudeva la chiesa, svolgeva le funzioni di sagrestano, portinaio, suonava le campane e teneva il decoro del luogo di culto. 

Lettore: il medesimo ruolo del Lettore bizantino. 

Esorcista: l'Esorcista recitava le preghiere sui catecumeni e sui battezzandi, e spesso anche su quelli che vengono chiamati "energumeni" ossia sugli indemoniati. Dal secondo millennio in poi, cioè dopo lo Scisma, gradualmente questo ruolo perse d'attività e l'esorcistato passò de facto ai sacerdoti rivestiti di quel carisma dal Vescovo. Si può dire che nel XVI secolo, all'epoca di Trento, l'Esorcistato era un ruolo puramente formale assimilato all'accolitato, anche se rimase nel Pontificale Romano riformato la consacrazione a quest'ordine. 

Accolito: L'Accolito, che in Oriente non ha una ordinazione, è colui che serve l'altare ed è considerato il più alto degli Ordini Minori. 

Suddiacono: l'equivalente del suddiacono bizantino, ha lo stesso ruolo maggiorato dal fatto che l'Offertorio veniva condotto dal suddiacono. Fino al XI secolo il Suddiaconato è considerato un Ordine Minore, dal XII secolo in poi un'Ordine Maggiore ( e col conseguente celibato obbligatorio). 

Ora, sembra strano che l'accolito ( il servente ) sia più importante dell'esorcista, giacché l'ordinazione a esorcista precede quella all'accolitato. Tuttavia, c'è da considerare a mio avviso tre cose. Innanzi tutto, a differenza che nella concezione greca, nella latinità gli ordini sono "cumulativi", cioè il grado più alto contiene i carismi dei gradi che ha ottenuto in precedenza. Al contrario in Oriente, un suddiacono che diventa diacono "perde" il suo suddiaconato, mentre per i Latini questo non avviene, ma c'è una sorta di fioritura del carisma secondo la quale ad esempio, il suddiacono "evolve" in diacono, conservando le caratteristiche di suddiacono, ma "riempiendosi" di diaconato. 

La seconda cosa di cui tener conto è che nei primi secoli della Cristianità, i battezzandi e i catecumeni erano la maggior parte della popolazione: il Catecumenato durava 3 anni ed era una condizione spirituale ben definita, con le sue preghiere specifiche, i suoi ruoli comunitari e i suoi stadi interni (avvicinati, uditori, illuminati), e per questo il ruolo di Esorcista era molto più praticato che non adesso: il sacerdote "non perdeva tempo" (in senso buono) e dato che c'era l'abitudine dei battesimi di massa, con decine di persone nello stesso battesimale, la prima parte del Battesimo veniva officiata da un Esorcista. mentre il sacerdote benediceva l'acqua, il sale, l'olio e battezzava quelli che erano già stati esorcizzati. 

In terzo luogo, l'Accolito è il primo ruolo clericale ufficialmente abilitato a toccare l'altare e i vasi sacri (calice e patena), atto che nel rituale bizantino NON può fare. Idealmente, quindi, una persona abilitata a toccare oggetti che conterranno il Corpo e il Sangue di Cristo è sicuramente << più importante >> di un'altra. Noto dunque una sorta di divisione fra l'atto spirituale e l'atto reale, se così vogliamo chiamarli: l'atto spirituale di esorcizzare (o pregare sui catecumeni) e l'atto reale di poter toccare l'altare, il Santo dei Santi, il luogo più alto della Chiesa spirituale, il trono di Dio.  L'atto spirituale e l'atto reale si uniscono nella figura del Suddiacono il quale, conducendo l'Offertorio ( e spesso ricoprendo anche il ruolo di Lettore) somma l'esperienza del clero minore in un'unica figura. 

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