Sul Calendario della Chiesa - Metr. Serafim del Pireo

L'intervento di Sua Eccellenza il Metropolita Serafim del Pireo è apparso su Mystagogy del buon John Sanidopoulos: mi sono permesso di tradurlo e di accorciare alcuni passaggi.

La Sinassi dei Primati riuniti a Chambesy (Svizzera) nei giorni 21-28 gennaio 2016, sulla questione del calendario, ha ritenuto opportuno << che ogni Chiesa scelga liberamente quale calendario adottare per la salvezza del proprio gregge, purché non influenzi la data comune della Pasqua.>>.

Come è noto, la data della Pasqua è stata decisa nel Primo Concilio Ecumenico e l'atto si è salvato nel primo canone del Concilio di Antiochia, con ratifica nel Sesto Concilio Ecumenico e riconoscimento universale: "Per tutte le persone che osano violare la definizione del grande e santo Sinodo chiamato a Nicea sotto il patrocinio dell'imperatore amato da Dio, Costantino, in merito alla sacra festa salvifica della Pasqua, è deciso che siano scomunicati ed emarginati dalla Chiesa. (...)". 

Come è noto, il primo calendario moderno fu introdotto da Giulio Cesare nel 45 a.C. ed è diventato noto come Giuliano, ma la sua creazione è dell'astronomo greco-alessandrino Sosigene, il quale ha basato i suoi calcoli su Ipparco, il quale sostiene che un anno è composto da 365.242 giorni, stabilendo che ogni quattro anni di 365 giorni venga aggiunto un giorno dopo il sesto giorno delle calende di Marzo, chiamato sesto bis, e poiché viene calcolato due volte viene chiamato anche bis-sextus e da qui deriva il nostro bisestile. Il Calendario Giuliano non è perfetto, poiché, sebbene si basi sul Sole, poiché la variazione è di 365.242199 giorni, quindi con un piccolo errore di calcolo di Sosigene la determinazione dell'anno è cumulativa di 11 minuti e 13 secondi. Ogni quattro anni il tempo diventa 45 minuti, e ogni 129 anni diviene un giorno intero. Nei 400 anni che sono seguiti all'introduzione del Calendario si cumularono 3 giorni, e nel 325 l'equinozio di primavera, che cade il 21 marzo, si ritrovò a venir celebrato il 25. 

Nel 1572 il Papa Gregorio XIII ha chiamato l'astronomo gesuita Cristoforo Calvio assieme al collega Luigi Lilio per riformare il calendario, ed è per mezzo di questa Riforma scientifica del Calendario che si sono corretti i 10 giorni accumulati in undici secoli! il 5 ottobre 1582 è diventato il 15 ottobre. (...)
Questo calendario, noto come Gregoriano, non è stato accettato dai quattro Patriarcati della Chiesa Ortodossa poiché esso viola il canone di determinazione della data della Pasqua così come espresso nel Concilio Ecumenico. Nel 1919 lo Stato Greco ha risollevato la questione del calendario e il Sinodo della Chiesa di Grecia ha concordato all'unanimità che il calendario gregoriano non è contrario ai canoni e agli statuti della Santa Chiesa. L'accettazione del calendario gregoriano non ha modificato tuttavia il Paschalion né il modo in cui si calcola la Pasqua ortodossa, (dando luogo così al cosiddetto "giuliano riformato", ndt) ma l'accettazione di questo sistema non è avvenuta presso tutte le Chiese Locali, con la conseguente rottura dell'unità liturgica la quale rottura prosegue ancora oggi. 

A cagione di questo, la non correzione del tema del Calendario nel Concilio Pan-Ortodosso è il fallimento degli ortodossi in merito a questo problema, e la continuazione della non unità liturgica e dimostra una grave debolezza interna

Abbandonare questo dibattito al Sinodo contribuisce alla visione acritica di ridefinire la Santa Pasqua per la celebrazione congiunta con gli eretici, la quale ha un impatto negativo, giacché la celebrazione congiunta richiede la "comunione della Fede e dei Misteri", oltreché naturalmente l'adempimento del primo Canone del Concilio di Nicea.

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