Riflessioni personali sull'Incontro di Cuba

Il panorama mediatico ortodosso si è sbizzarrito nell'ultima settimana con moltissimi articoli e riflessioni riguardanti l'incontro fra il Papa Francesco e il Patriarca Kirill. Poiché non ero in Italia, e quindi non avevo accesso all'internet, mi sono dovuto documentare tutto d'un fiato sui principali portali di cui mi servo, ossia Pravoslavie.ru e il sito della parrocchia di San Massimo di Torino, nonché Doxologia.ro, per comprendere quale fosse l'opinione generale in merito a questo incontro ufficiale. In particolare, il sacerdote Andrew Phillips (già noto al pubblico italiano poiché il suo confratello il molto reverendo igumeno Ambrogio spesso traduce suoi articoli) si è espresso favorevolmente all'incontro; il padre diacono Vladimir Vasilik, al contrario, ha un'opinione diametralmente opposta circa il documento prodotto dai due leader spirituali. 


L'incontro all'aeroporto dell'Avana (Cuba), avvenuto il 12 febbraio fra il papa cattolico Francesco e il patriarca Cirillo di Mosca.

Vediamo alcuni punti particolarmente controversi verso i quali mi sento di dover intervenire. Il testo del documento "comune" inizia con:
Condividiamo (ortodossi e cattolici) la medesima Tradizione del primo millennio della Cristianità. Errato. Profondamente errato. Il Cattolicesimo-romano ha modificato il Credo ( filioque ), ha modificato ampiamente riti, usanze e credenze, inquinando il deposito della Fede, come ad esempio la dottrina dell'infallibilità papale o dell'immacolata concezione di Maria. Non c'è comunione fra i Latini di mille anni fa, e i loro contemporanei. Potrei stare ore e ore a parlare di questo solo punto, ma vediamone altri, soprattutto dei commentatori. Mi trovo generalmente molto d'accordo con il diacono Vladimir Vasilik, il cui approccio mi è sembrato piuttosto equilibrato vista la recente "cattolico-filia" dei membri della Chiesa russa, coi quali ho avuto molto a che fare.

Il padre Andrew Phillips, secondo la traduzione italiana, ad un certo punto esordisce con: << in sesto luogo, è significativo che questo incontro sia avvenuto a Cuba, luogo della più grande cattedrale ortodossa russa dell'America Latina. Questo simboleggia l'universalità del mondo ortodosso, in particolare del mondo ortodosso russo, nel pianeta d'oggi.>> Non me ne voglia a male il padre Andrew, ma casomai questo dimostra quanto sia riuscita a diventare potente la Chiesa Ortodossa Russa, e quanto sia fiorita la sua colonizzazione, non certo dimostra quanto sia diffusa l'Ortodossia come religione. Quanti convertiti ci sono a Cuba? quanti cristiani ortodossi non-russi abitano le parrocchie russe fuori dalla Federazione, nel resto del mondo? In secondo luogo, vorrei dire al padre Andrew che "il mondo russo" ortodosso non è che sia una corsia preferenziale per l'Ortodossia, e parlo da cristiano ortodosso cresciuto in seno alla Chiesa Russa. La Chiesa Ortodossa Russa è, al giorno d'oggi, certamente una di quelle che vive uno status mediatico piuttosto ampio ed eccitante, ma davvero qual è la sua portata missionaria? E se davvero fosse il riferimento per tutti i cristiani che DEVONO diventare ortodossi, perché proprio il suo leader scrive una dichiarazione comune nella quale vi è scritto che non si deve in alcun modo fare proseliti? Forse che l'essere il faro ortodosso del mondo e fare proseliti sono in contraddizione?
Se il padre Andrew comprende l'italiano e mi risponderà, sarò lieto di produrre una risposta in italiano per i fedeli interessati al dibattito. 
Proseguiamo ora con un altro punto sempre del padre Andrew, che mi lascia alquanto perplesso: << è chiaro chi guida ora la Chiesa sulla terra (ossia Kirill), e chi guiderà l'incontro a Creta (Kirill sempre)>>. Caro padre, tutto questa idolatria per sua Santità il patriarca Kirill forse non nasconde un certo papismo alla ortodossa? La pretenziosità che un patriarca sia meglio d'un altro? Indubbiamente ci sono pastori più profondi di altri, ma non mi piace questa impostazione del "extra russiensis ecclesiam nulla salus". Preghiamo piuttosto lo Spirito Santo che siano tutti i vescovi chiamati alla sinassi conciliare ad essere fari d'illuminazione ortodossi, e che Dio li mantenga tutti vivi, sani, longevi, che dispensino rettamente la parola di Verità. 

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