Biografia dell'archimandrita Wladimir Guettée - Storia della Chiesa


Oggi propongo le prime pagine del libro Il Papato Scismatico di Wladimir Guettée, la sua biografia, tradotta da me medesimo. Spero nel prossimo anno di completare il libro intero. Pregate, fratelli e sorelle, per questa intenzione.



Il padre Vladimir ( René ) Guettée in una illustrazione del 1869 apparsa sul giornale Всемирная иллюстрация T.1 n°24 C.369-370

René-François Guettée nacque il primo dicembre del 1816 a Blois, in Francia, figlio di una coppia molto devota.  Come disse lo scrittore Jean Paul Besse[1], "René aveva un buon uomo per padre, religioso ma avverso ai gesuiti, e una madre molto pia; egli ( René ) era di natura istintivamente devota, e fin da giovanissimo si orientò di sua spontanea volontà verso lo studio ecclesiastico". La sede episcopale di Blois era retta in quel periodo dal vescovo De Thérmines, una personalità molto forte di orientamento reazionario e gallicano, e dall'abate Henry Greogoire, un giansenista.
Con la Rivoluzione francese il ricco patrimonio librario di monsignor De Thérmine, circa 72mila volumi, era divenuto proprietà comunale e il giovane seminarista René Guettée non perdette occasione di visitarlo spesso. Ai suoi compagni di corso René non piaceva: era intelligente, posato, non era fanatico - all'epoca imperversavano il giansenismo e l'ultramontanismo - e aveva una sua visione personale delle cose, derivante dai suoi studi privati. La Rinascita culturale in ambito religioso operata dalla Restaurazione cercava sacerdoti per rivitalizzare le nazioni colpite dall'ombra della Rivoluzione francese; questo bisogno di clero influì molto sulla eccessiva noncuranza con la quale i vescovi sceglievano, o meglio, non selezionavano i propri seminaristi. La Chiesa Francese della prima metà dell'Ottocento si risolse a chiedere perfino a Roma soccorso finanziario e anche in termini di chierici, uscendo per qualche tempo dal suo guscio gallicano nel quale sempre aveva orgogliosamente prosperato.  René fu tentato per un certo periodo della sua vita a scegliere i Gesuiti, ma il loro disprezzo per il clero  diocesano e la sufficienza di cui l'Ordine si vantava non fecero altro che confermare il giovane seminarista sulla strada del clero secolare. Il 21 dicembre 1839, a soli ventitré anni, il vescovo Sausin di Blois lo ordinerà presbitero. Notando il suo spirito, il suo superiore lo manda subito come vicario nel paesello di Saint-Aignan-sur-Cher, il cui sacerdote è un debosciato e un inetto. Dopo poco fu scelto anche come sacerdote di Fresnes, a venti chilometri da Blois; Nel 1847 pubblica il primo libro della sua opera Storia della Chiesa di Francia, completata in dodici volumi nel 1857, e riscuote un discreto successo e l'approvazione del vescovo Fabre des Essarts, ma non quella dei gesuiti.

L'avvento della Seconda Repubblica ( 1848 ) non piacque molto a René Guettée nonostante gran parte del clero della sua regione fosse di simpatie repubblicane. A cagione di ciò, il futuro archimandrita si fece incorporare nella Diocesi di Parigi nella quale trovò benevolenza presso l'Arcivescovo Marie-Dominique Sibour: René iniziò a frequentare i circoli del cattolicesimo liberale francese di quel tempo, dominati dalle figure di Charles Lemontalembert, Alphonse de Lamartine e dall'abate Darboy, ma imparò presto a detestarli. Ottenne per via delle sue amicizie curiali la cattedra di professore al collegio Des Ternes e la carica di Elemosiniere[2] dell'Ospedale di San Denis. Nel 1851 René ha completato sei volumi della sua Storia della Chiesa di Francia con l'approvazione di cinquanta vescovi francesi.
Il partito ultramontanista di Parigi gli propone di rinunciare alle sue idee gallicane con la promessa dell'ordinazione episcopale, ma Guettée rifiutò, inimicandosi una porzione influente della curia parigina: perde difatti la sua cattedra e viene trasferito all'Ospedale della Misericordia; Il Vescovo Sibour divenne egli stesso ultramontanista. Padre Guettée non si perde d'animo e fonda nel 1855 il giornale gallicano e anti-romano Osservatore Cattolico messo all'Indice da Pio IX già al primo numero. René continua la sua opera di ricerca patristica sull'Ecclesiologia primitiva, iniziando ad avvicinarsi alla Chiesa Ortodossa. Fra i suoi molti lavori, si impegna per combattere l'ennesima romanizzazione dei Messali operata da Pio IX.  Nel 1854 il pontefice proclamò il dogma dell'Immacolata Concezione, e René trovò il parere di un sacerdote ortodosso in merito: trovandosi d'accordo con lui, inizia a leggere testi ortodossi a lui contemporanei e inizia un rapporto sempre crescente coi Padri orientali. Si oppone apertamente alla "cardiolatria" mariana del Sacro Cuore di Maria, ritenuto da lui eretico. Nel frattempo, il vescovo Sibour viene assassinato il 3 gennaio 1857 dall'ex prete Verger, sospeso da lui a divinis.
L'editore Didot, al quale finora Guettée si era rivolto, si rifiuta di pubblicare la Storia dei Gesuiti da lui scritta, la quale verrà pubblicata a sue spese e venderà 2'000 copie.
René Guettée fu ammirato da Silvestre de Sacy il quale poi lo disconobbe quando René si rifiutò di inserire il Giansenismo quale "corrente privilegiata" del gallicanesimo nella sua Storia della Chiesa di Francia. Trovandosi nemici in ogni dove, il padre René non poteva avere altro esito che venire bandito dai suoi superiori.

Monsignor Morlot, il successore del defunto arcivescovo Sibour, proibì al padre René di celebrare messa nella diocesi di Parigi, nel mentre il Concilio Vaticano I, col suo dogma sull'Infallibilità, distrusse qualsiasi pretesa gallicana e padre René Guettée vide in quella decisione una svolta epocale per il destino della Chiesa, a suo avviso "irrecuperabile". In quell'anno decise perciò di unirsi alla Chiesa Apostolica Armena, ma poi invece non diede seguito al suo proposito e sotto l'influsso di Alexei Khomiakov cambiò posizione d'intenti e fondò un secondo giornale, chiamandolo Unione Cristiana, ponendosi sempre più su posizioni filo-ortodosse. Nonostante i vetero-cattolici[3] lo tentassero inizialmente, padre René comprese che "l'autentica cattolicità ecclesiologica è ancora oggi preservata solo nella Chiesa d'Oriente"[4]. Nel 1861 il padre René, non più celebrante quindi, si recò alla inaugurazione della Cattedrale di Sant'Aleksander Nevskij a Parigi e divenne amico del rettore della chiesa, l'arciprete Josif Vasiljev, il quale era stato a suo tempo lettore dell'Osservatorio Cattolico. Quel giorno stesso René si intrattenne a cena con il vescovo russo consacratore della chiesa, monsignor Leontij, durante la quale espresse il desiderio di entrare nella Chiesa Ortodossa. I suoi nemici si aspettavano che René si unisse al Protestantesimo, e invece ebbero un'amara sorpresa quando lo videro accolto dagli Ortodossi col nome di Vladimir nel 1865 e  nel suo viaggio in Russia, quando incontrò anche lo Zar Alessandro II. Il Metropolita di Mosca Filarete Drozdov gli diede l'onorificenza di Dottore in Teologia. Nel 1874 padre Vladimir Guettée pubblica il suo libro Il Papato scismatico ottenendo grande visibilità in Russia tanto da venir pubblicato anche in russo e in arabo. Verso la fine della sua vita si trasferì in Lussemburgo per rivedere ancora una volta la sua prima opera, Storia della Chiesa di Francia. Scrisse anche altri libri, come Souvenirs d'un prêtre romain devenu orthodoxe (Paris, Fischbacher, 1889 ) e Mémoires pour servir à l’histoire de l’Église de France pendant le xixe siècle ( Paris, Fischbacher, 1881). Politicamente schierato coi Legittimisti monarchici, padre Vladimir si interessò poco delle vicende umane del suo Paese limitandosi a scrivere un piccolo saggio sul gallicanesimo su espressa richiesta dell'imperatore Napoleone III. Vladimir Guettée scrisse benevolmente del conte Cavour, vedendo nello statista piemontese un avversario del Papato storico e poi si oppose fortemente alla Terza Repubblica liberale, tanto che prese nazionalità russa nel 1881 per salvarsi dagli attacchi politici dei suoi connazionali. Il 22 marzo 1892 padre Vladimir rese l'anima a Dio e venne seppellito nel cimitero des Batignolles a Parigi dopo un servizio funebre nella Cattedrale della capitale. Sulla sua pietra tombale si legge: Vladimir Guettée, dottore e sacerdote della Chiesa Ortodossa.
Riposi in pace, la Luce perpetua brilli sempre sul suo volto, ed eterna sia la sua memoria.



[1] JEAN PAUL BESSE, Un précurseur. Wladimir Guettée, du gallicanisme à l’orthodoxie  monastère orthodoxe Saint-Michel, 1992, 175 pagine
[2] L'elemosiniere era ( ed è) una carica principalmente monastica che viene data a certi sacerdoti con l'incarico di distribuire la decima delle entrate di una chiesa - o di un monastero - ai poveri. La Chiesa Francese fece della carica di Gran Elemosiniere un prestigioso titolo di corte. Nel primo Ottocento, tale ruolo doveva essere ancora ambito.
[3] L'Unione di Utrecht dei Vetero-Cattolici, ossia di quei preti e vescovi che non accettarono né il dogma dell'Immacolata né il Concilio Vaticano I, rappresentò per un periodo storico le ambizioni degli Occidentali alla ricerca della Chiesa Indivisa; tali aspirazioni morirono quando l'Unione di Utrecht prese un corso luterano e poi la deriva attuale.
[4] Jean-Paul Besse, Un précurseur. Wladimir Guettée, du gallicanisme à l’orthodoxie

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