Il Verbo si fa carne ( S. Ireneo di Lione )

Che il Cristo, che era presso il Padre perché era il Verbo del Padre, abbia dovuto farsi carne, divenire uomo, sottomettersi alla generazione, nascere da una vergine e vivere in mezzo agli uomini, operando in tal modo il Padre di tutte le cose la sua incarnazione, è quanto Isaia dice nei termini seguenti: Pertanto, il Signore stesso ti darà un segno: una Vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele; egli mangerà panna e miele, finché non imparerà a rigettare il male e a scegliere il bene (Is 7,14-16). Egli ha indicato che sarebbe nato da una vergine, ed ha significato che sarebbe stato autenticamente uomo dicendo che avrebbe mangiato e perché lo chiama «figlio» ed anche perché gli si impone un nome - tutto ciò infatti è consuetudine con i bambini -, e lui ha un doppio nome in lingua ebraica: Messia [cioè] Cristo [o Unto] e Gesú [cioè] Salvatore, e questi due nomi sono i nomi delle diverse azioni compiute quaggiú. Infatti egli ha ricevuto il nome Cristo perché il Padre ha unto ed ornato tutte le cose per mezzo di lui...  Ed ha ricevuto il nome di Salvatore perché è stato causa di salvezza per coloro che, al tempo suo, furono salvati da lui da ogni sorta di malattia e dalla morte in quel momento; e perché, per coloro che in seguito avranno creduto in lui, egli è datore della salvezza futura ed eterna.  Ecco dunque perché è chiamato Salvatore. Quanto al nome Emmanuele, esso si traduce: Dio con noi, oppure, quale espressione augurale formulata dal profeta, con l`equivalente: Dio sia con noi! Secondo questo secondo significato, esso è l`interpretazione e la rivelazione della buona novella, poiché: Ecco - dice -, la Vergine concepirà e partorirà un figlio (Is 7,14) e questi, che è Dio, è destinato ad essere con noi;... e lo stesso profeta dice ancora: Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio, ed è chiamato Consigliere mirabile, Dio potente (Is 9,5).
 Egli lo chiama Consigliere mirabile, sia del Padre, il che è significato dal fatto che è con lui che il Padre ha fatto tutte le cose, come è detto nel primo libro di Mosè che ha per titolo Genesi: E Dio disse: Facciamo l`uomo a nostra immagine e somiglianza (Gen 1,26); e qui, in effetti, il Padre parla del Figlio, Consigliere mirabile del Padre. Ma anche per noi egli è consigliere, ci dà dei consigli - egli parla senza costringere come Dio, pur essendo ugualmente Dio forte (Is 9,6) -, ci dà il consiglio di rinunciare all`ignoranza e di ricevere la gnosi, di distoglierci dall`errore per volgerci alla verità, di ripudiare la corruzione per possedere l`incorruttibilità.  E poi, su quale terra e presso quali uomini egli doveva nascere e manifestarsi, anche questo è stato dichiarato in anticipo. Ed è con termini analoghi che Mosè si esprime nel seguente passo della Genesi: Non sarà tolto lo scettro da Giuda, né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l`obbedienza dei popoli; lava nel vino la veste e nel sangue dell`uva il manto (Gen 49,10-11). Ora Giuda, figlio di Giacobbe, è il capostipite dei Giudei, ed è da lui precisamente che essi hanno ricevuto il loro nome; e in effetti non è mancato un principe tra essi né un capo, fino alla venuta di Cristo; però dopo la sua venuta, sono state tolte le frecce dalla faretra, la terra dei Giudei è stata concessa al dominio dei Romani ed essi non avevano piú principi o re provenienti dalla loro stirpe, poiché era arrivato colui al quale è riservata una regalità nei cieli e che inoltre ha lavato la sua veste nel vino e nel sangue il suo mantello; e la sua veste, come pure il suo mantello son coloro che credono in lui, che egli ha del pari purificati, salvandoci per mezzo del suo sangue, ed è il suo sangue che è detto sangue dell`uva, poiché, cosí come non è un uomo, chiunque egli sia, che può fare il sangue dell`uva, ma è Dio che lo forma per la gioia di coloro che lo bevono, e come del pari, la sua corporeità e il suo sangue non è un uomo che li ha fatti, bensí Dio che li ha fatti, cosí è il Signore stesso che ha dato il segno della Vergine, cioè l`Emmanuele nato dalla Vergine, che precisamente rende gioiosi coloro che lo bevono, cioè coloro che ricevono il suo Spirito, gioia eterna. Ecco perché egli è anche l`attesa delle genti, di coloro che sperano in lui, poiché aspettiamo da lui la ricostituzione del regno.


 (Ireneo di Lione, Epideixis, 53-55.57) 

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