Portare la propria croce - la storia del Monaco che vide Cristo

Vi era un giovane ragazzo molto sensibile, la cui madre si era risposata dopo la morte del primo marito; Orbene, quest'uomo era peggiore del precedente. Violento e perennemente ubriaco, molestava la moglie, la picchiava e la vessava psicologicamente, e lo stesso faceva col figlioccio; parimenti la madre, per un morboso istinto di conservazione, trattava male questo povero ragazzo. Il giovane soffriva anche di svariati mali fisici e spirituali: aveva una tendenza alla gola e a pensieri lussuriosi, soffriva di dolori ossei e muscolari. Insomma, sentendosi egli in animo di fuggire, prese coraggio e una notte abbandonò casa sua per dirigersi verso il Monte Athos; quivi giunto, subito vagò di monastero in monastero per cercare qualche struttura che accettasse il suo noviziato. Finalmente, in una spelonca rocciosa sul mare, un monastero piccolo ma ben costruito lo accolse: l'abate era una persona seria, anziana ed equilibrata, e lo mise subito ai lavori di cucina. 
Tuttavia il novizio sentiva che la vita monastica gli pareva insopportabile, con tutti quei digiuni, le preghiere in chiesa, i servizi comunitari, i turni di lavoro nei campi o sulla barca da pesca. Il novizio passava tutte le notti in lunghe e dolorose veglie disteso sul suo letto, a piangere, a disperarsi, domandando a Dio: "Signore, Signore, perché tutto questo a me?" Dopo un lungo pianto, mentre si apprestava ad addormentarsi nella sua celletta, in prossimità del Venerdì Santo, il monaco vide brillare una grande luce: era il Cristo stesso, splendente nei suoi abiti candidi, nella sua Gloria, circondato da un'alone di luce potentissima. "Figlio mio, vieni con me!" il monaco si alzò dal giaciglio e  camminò fino a quando nostro Signore non lo fece entrare in una grandissima stanza piena di croci. Vi erano croci ovunque, appese ai muri, disposte sui tavoli, per terra, sul soffitto. Croci di ogni dimensione, colore, materiale, fattezza: dorate e tempestate di gemme, piccole e lignee, media di pietra, enormi e di marmo nero, e così via. 
"Questa è la sala del mio Regno dove consegno ad ogni essere umano la propria Croce affinché capisca la via dell'Umiltà. Vedi, ecco. Scegli quella che vorresti avere." E subito il ragazzo sguazzò per la grande sala esaminando ogni oggetto. Infine ne trovò una, piccolissima, di paglia, leggerissima, quasi invisibile in mezzo a quelle grandi croci. 
"Ecco, mio Signore, eccola. Voglio questa."
"Ma figlio mio" rispose il Cristo sorridendo, con una mano sulla spalla del monaco "questa è la tua." 

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