Lo Scisma Rinnovazionista nella Russia Bolscevica ( Storia della Chiesa - Novecento)

origini del Rinnovamento e  primi anni 

L'idea di dover "rinnovare", cambiare la Chiesa, nacque intorno agli anni Sessanta dell'Ottocento, sulla via delle Grandi Riforme di quegli anni. I teologi intellettualisti di quel periodo storico mostravano un generale disinteresse per i movimenti monastici che, invece fiorivano proprio nell'Ottocento russo ( Vaalaam, le comunità monastiche moldave, i monaci di Optina sono alcuni dei fulgidi esempi di quel secolo d'oro del monastero) ma, ancor di più, si mostravano contrari al monachesimo episcopale, ossia quella regola-privilegio monastico che proibisce ai sacerdoti sposati di essere eletti Vescovi. Nel 1905 un gruppo di sacerdoti di S. Pietroburgo, noti come "I Trentadue", pubblicarono un memorandum nel quale si espletavano i principali temi caldi del movimento: 

<< (Essi) domandavano la separazione tra Stato e Chiesa ( All'epoca l'Impero e la Chiesa erano fortemente interconnessi, ndr), una forma conciliare/democratica di amministrazione della Chiesa in luogo del Patriarcato, l'introduzione del calendario Gregoriano sulla riga di Costantinopoli, l'inserimento dei servizi divini in russo parlato in luogo o affiancato allo slavo ecclesiastico, e la re-introduzione dei vescovi sposati con l'abolizione dell'obbligo della tonsura monastica per l'episcopato.>> ( Pospielovsky, 46). 

Tra le figure di spicco dei Trentadue dobbiamo citare l'Arciprete A. Vvdensky, e i sacerdoti P. Kremlevsky, I. Egorov, G. Petrov, M. Chelstov e P. Rayevsky: questi nomi saranno personaggi influenti negli anni successivi per i loro legami col regime sovietico e per l'impronta generale che daranno alla struttura della Chiesa Rinnovata. Molti di loro furono infatti perseguitati dalle autorità zariste in quanto sovversivi, vicini ai movimenti di sinistra estrema che diedero alito alla rivoluzione del 1905. Durante il Governo Provvisorio il Movimento Rinnovazionista crebbe esponenzialmente, e prese consenso per via del suo approccio democratico-sociale. E' da notarsi come nel movimento non vi fosse una effettiva uniformità di idee, nè una filosofia o un modus operandi concorde. Alcuni ricercatori, fra i quali spicca Pospielovsky, ammettono che pure grandi personalità come Bulgakov erano simpatizzanti del Movimento, ma non vi aderirono a causa di alcune loro "inacettabili posizioni". Il Movimento Rinnovazionista partecipò perfino alla sessione del Concilio della Chiesa Russa nel 1917 con la figura del professor B. Titlinov, il miglior oratore del Seminario di S. Pietroburgo, che poi ebbe la fama di vero ideologo del Rinnovatismo. 

piccola nota sul Concilio ( Sobor ) del '17: 
Molte delle proposte originali dell'agenda del 1917 erano di per sè vicine agli ideali del Movimento: conciliarità, maggior potere ai consigli diocesani, una rivalutazione perfino dell'episcopato uxorato. Pur tuttavia, con la degenerazione del potere in Russia, la maggioranza dei Vescovi optò per la forma del Patriarcato, e di ciò, i rinnovazionisti mai perdonarono ai padri conciliari. 

La Chiesa Vivente e i Rinnovazionisti all'azione

Quando la Rivoluzione d'Ottobre vinse, i Rinnovazionisti si schierarono decisamente col governo bolscevico. Il Movimento tentò blandamente di limitare i danni ell'anticlericalismo rosso e provvide a separare lo Stato dalla Chiesa, proibendo ad esempio ai sacerdoti di insegnare nelle scuole pubbliche - poi, proibendo proprio le scuole religiose - e nazionalizzando le proprietà ecclesiastiche. Il Concilio reagì vigorosamente, espellendo i sacerdoti rinnovazionisti dalla Chiesa, e loro a loro volta si diedero il nome di Chiesa Rinnovata, procedendo a braccetto col nuovo stato per propagandare i loro ideali ormai non solo spirituali, ma anche politici. Il Partito Comunista sfruttò egregiamente la situazione, usando le divisioni interne per mietere ancora più vittime e cercò di distruggere le fondamenta della Chiesa dall'interno. Con la vittoria dell'Armata Rossa sulle ultime sacche di resistenza dell'Esercito Bianco ( filo-zarista) nel 1922, l'URSS si potè concentrare sul suo ultimo e ben più forte nemico: La Chiesa. 
Nel Marzo del 1922 il Patriarca Tikhon, oggi santo, fu posto agli arresti domiciliari e i sacerdoti rinnovazionisti Vvedensky e Krasnitsky gli strapparono l'assenso per la nomina di un locum tenens, tale Metropolita Agafangel, il quale fu arrestato dal GPU mentre prendeva possesso del suo titolo. Fu creata la VTsU, la Amministrazione Ecclesiastica Suprema, un organo collegiale nel quale, de facto, i sacerdoti erano scelti dalla CEKA. Mentre il VTsU nominava il Vescovo Antonin Granovsky come Metropolita di Mosca e della Russia, il Metropolita Agafangel dichiarava sia l'organismo che il vescovo Granovsky "non-canonici" ed egli stesso si mise a capo del movimento di resistenza al Rinnovatismo. Il 22 Giugno, dei 73 Arcivescovi che reggevano la Chiesa Russa, 36 rimasero fedeli al Patriarca Tikhon, 37 aderirono al VTsU. 
Le devastazioni delle chiese e i danni al clero e al laicato fedele da parte del GPU e della CEKA sono ben documentate, e non è mio obiettivo narrarle qui. Tuttavia, solo per indicazione, solamente nel 1922 il clero ucciso ammonta a 8100 anime: 2691 sacerdoti sposati e famiglie, 1962 monaci, 3447 monache. Il Governo comunista concesse alla Chiesa Rinnovata i diritti d'uso dei due terzi delle chiese rimaste operative, e dichiarò la chiusura di altre 20'000 chiese. Alla fine, quando il VTsU prese possesso dell'Accademia Teologica di S. Pietroburgo, il Patriarca anatemizzò il VTsU. Quando, a distanza di pochi mesi, le autorità comuniste si resero conto che le chiese rinnovate venivano disertate dai laici, e che la maggior parte del popolo non seguiva la Chiesa parastatale, i Sovietici si diedero a riorganizzare l'assetto della Chiesa Rinnovata e presero contatti col Patriarca il quale accettò una tregua intellettuale  temporanea in cambio di un temporaneo stallo delle attività anti-religiose, e fu rilasciato di prigione. Come se non bastasse, il Patriarca di Costantinopoli domandò la dismissione del suo confratello Tikhon, su richiesta dei Rinnovazionisti. Essi furono invitati al Concilio Ecumenico svoltosi in Gerusalemme, mentre il Patriarca Tikhon scriveva al Trono Ecumenico spiegando la vera situazione della Chiesa Russa. Il Rinnovatismo prese molto piede fuori dalla Russia, specialmente nelle comunità russe di emigrati e nell'associazione giovanile degli studenti cristiani russi ( RSKhD). l'Accademia teologica di S. Sergio in Parigi, sotto il rettorato di Bulgakov, aveva una certa impronta rinnovazionista. Quando gli alunni del S. Sergio divennero insegnanti al Seminario St. Vladimir di New York, gli ultimi stralci di rinnovatismo si ripercossero nella Chiesa Ortodossa Americana ( OCA). I rinnovazionisti esteriormente apparivano poco legati alle pratiche del digiuno, non indossavano l'abito talare, ed erano molto spesso contrari alla frequentazione dei servizi divini, tant'è che i sacerdoti rinnovati quasi mai celebravano i vespri. 

Il Rinnovatismo e la Chiesa Metropolitana d'Ucraina

Come da programma, il governo comunista appoggiò i Rinnovatisti in Ucraina. I vescovi ucraini fondarono la Chiesa Ucraina Autocefala, incoraggiata dai nazionalisti ucraini che speravano successivamente di vincere il regime comunista, e proclamare una repubblica indipendente con una chiesa indipendente. Nel Maggio del 1923 tuttavia il VTsU non concedette l'Autocefalia effettiva alla Chiesa Ucraina, che nel frattempo si era appropriata del Lavra delle Grotte a Kiev. Il Santo Sinodo Pan-Vescovile Ucraino elesse l'Arcivescovo Pimen come capo supremo, mutando nuovamente nome in Chiesa Ortodossa Ucraina, attendendo l'autocefalia. Pimen era il più tradizionalista nel convitto dei Rinnovati, e non si oppose poi molto ai vescovi di Kiev, Poltava e Volynia, fedeli al lato Tikhoniano della Chiesa Russa. Nel 1925 il Soviet degli Affari Religiosi permise la diffusione del Golos provoslovnoj Ukrainy ossia "voce dell'Ucraina ortodossa", un giornale rinnovatista: fu l'unico giornale religioso permesso, un privilegio che le altre chiese russe non avevano. Nel Secondo Sinodo del 1925, fu proposto di riunificare i Tikhoniani ucraini con la Chiesa di Pimen, sotto l'impronta Rinnovatista, ma la proposta morì. Nel frattempo, i sacerdoti nazionalisti del sinodo alternativo propugnante l'autocefalia, la Diyal'na Krystova Tzerkva , non furono ammessi al Sinodo Ucraino per le loro posizioni anti-sovietiche, ritenute inaccettabili. I Rinnovazionisti ucraini, per via della loro autocefalia più o meno nascosta, e per certi aspetti tradizionalisti, furono perseguitati negli anni '30, e si dissolsero ufficialmente per decisione propria nel 1943. 

La morte del Rinnovatismo

La situazione rimase in stallo fino al 1925, quando nel concilio locale russo del 18 ottobre i Patriarchi delle altre giurisdizioni furono piuttosto contradditori: alcuni proclamarono la Cheisa Rinnovata vera e unica chiesa russa, altri dettero supporto al Patriarca Tikhon. La situazione evolvette solamente nel 1927, quando il Patriarca Sergio si inchinò formalmente al regime sovietico, facendo "Dichiarazione di Lealtà". Con la morte delle figure più influenti dei Trentadue, il Rinnovatismo morì prima idealmente, e poi fisicamente. La Chiesa Ortodossa Russa sopravvivette al regime sovietico che l'aveva ridotta ad essere la propria ombra, e adesso lentamente sta uscendo dalla cappa comunista per tornare a risplendere nell'astro del firmamento delle Chiese di nostro Signore, che non l'ha abbandonata, ma ha donato il sangue dei nuovi martiri per purificarla, e mondarla dal torpore nella quale aveva rischiato di annegare. 

Tradotto e liberamente riadattato da: 20th Century, History of the Orthodox Church del presbitero Milan Radulovic, teologo americano

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